survoltato
[sur-vol-tà-to]SIGN Di apparecchio elettrico, sottoposto ad una tensione superiore a quella prevista per il normale funzionamentocomposto da [sur-] sopra e [volt] misura della tensione elettrica.Questa parola è tipica del lessico fotografico e cinematografico, in particolar modo riferita a lampade survoltate, cioè fatte funzionare con una tensione superiore alla norma per ottenere una luce più intensa e bianca - pratica che ovviamente abbatte in modo drastico l'aspettativa di vita della lampada.
Questa immagine è molto suggestiva, e la forte eloquenza di questa parola invita ad usarla in modo più esteso. Potremmo pensare a sportivi o divi survoltati, che in pochi anni di estremo splendore finiscono per fulminarsi; potremmo pensare a fenomeni del web survoltati da una partecipazione che non sono in grado di gestire, e che hanno vita breve; potremmo pensare a film o romanzi in cui l'esasperazione di una tensione drammatica survoltata brucia l'interesse per la storia.
Grazie a Silvia per il suggerimento!
Anche questa è una parola basilare, molto suggestiva e ricca di usi. Ciononostante è da definire bene, perché il calore non è un concetto generico come potrebbe sembrare.
La scienza della fisica ci insegna un calore che è energia in transito: la temperatura, quella sì, è l'energia termica propria del singolo corpo in assoluto - per cui sul livello del mare l'acqua alla temperatura di cento gradi bolle, l'oro fonde quando supera la temperatura dei 1064 gradi e via dicendo, ma il calore è la trasmissione di energia termica da un corpo più caldo ad uno più freddo.
Al solito il paradosso riesce a penetrare ancora più a fondo: esistono corpi con alta temperatura e basso calore, e corpi con bassa temperatura e alto calore. La padella vuota, portata a centinaia di gradi, in pochi secondi dissipa il suo poco calore senza quasi scaldare l'aria; la cittadina portuale del nord non è poi così fredda neppure d'inverno, perché il mare - che se ci metti il piede lo senti gelato - emana un calore immenso.
Allo stesso modo quando si parla del calore di una persona non si deve intendere la sua tempra passionale, o il fuoco che sembra avere dentro quando discute, né quanto è festosa. Si deve intendere l'energia che trasmette. Un oratore flemmatico può avere un calore solare, se sa accendere, ispirare, smuovere; un'accoglienza calorosa non è quella di chi spara petardi dalla gioia e dopo un quarto d'ora non ti parla più, ma quella di chi si mostra interessato, ospitale, di chi ti ha preparato il soggiorno con attenzione; e quando cammini per strada al freddo, vedere una finestra illuminata di luce ambrata ti trasmette il calore di casa, e ti fa allungare il passo per tornarci.
Etichette: Io, link utili, piacciamenti, rincoglionimenti da mamma