Evasi.

Domenica scorsa siamo riusciti in qualcosa di veramente miracoloso.
Una gitarella fuoriporta senza le bambine.
Infatti. Ha fatto giusto du' gocce. All'altezza della tangenziale di Bologna mi è parso di vedere nella corsia di sorpasso una specie di immensa barca di legno piena zeppa di animali. Mah.
Adesso sono a posto con gli dei, mi sono lamentata, posso andare avanti.

Siamo andati a Verona a vedere una mostra e a mangiare e bere come non ci fosse un domani.
Ci siamo accorti che siamo abituati talmente tanto ad essere interrotti, mentre cerchiamo di parlarci, che le nostre frasi medie sono composte di 2 parole. Parole brevi. Frasi coordinate. No subordinate. Tanti anacoluti.
Lungo il viaggio di andata per ben due volte, a testa, ci siamo girati per controllare se le bambine dormissero, stupendoci 2x2=4 volte che i seggiolini fossero vuoti.
Poi ci siamo divertiti però eh. Sono riuscita anche a trattenermi da postare su instagram l'immensa tagliata al sangue che mi sono scofanata, abbondantemente innaffiata da un rosso della valpolicella, sono grandi passi avanti. 

La mostra è stata bella, ho ascoltato diligentemente tutta l'audioguida, ho origliato qualche visita guidata e ho letto anche una riga sì e tre no degli immensi pannelli illustrativi.
Ecco cosa mi ha colpito.
Intanto che Botticelli ha ritratto un Cristo bellissimo, con un piercing ugualo ugualo a quello della mia amica Valentina. 

Aveva anche una bellissima camicia corallo, con un colletto delizioso, quest'anno andrebbe di gran moda. Come sono frivola.



Ho visto questo bellissimo Monet, e la mia idiozia mi ha fatto instagrammare immediatamente alle amiche fashion blogger, perché la cara Camille, moglie di Monet, indossa una camicia adattissima per la rubRiga e anche una amabilissima scialletta.
Al di là della mia idiozia, ho visto quadri uno più bello dell'altro.


Ho scoperto che questa deliziosa ragazza, abbracciata ma un po' ritrosa a questo barbuto e affascinante giovinotto, è la madre di Utrillo. Come è riuscito a rendere bene il gioco di seduzione in questi mancati sguardi. D'altra parte è Renoir, non Teomondo Scrofalo.

 

L'assenza dello sguardo, in questo bellissimo Modigliani, la mia passione, spero di riuscire a vedere al più presto la mostra a lui dedicata a Milano.


Lo sguardo intelligente di questa bellissima e colta donna, poetessa, laureata ad Oxford (parliamo di inizio '900, bionda e laureata allora sapeva di miracoloso) e quello inquieto della figlia Rachel. La mano cerca l'appoggio, la sicurezza del braccio materno, il mento si appoggia sulla clavicola, dice "sono ancora la tua bimba", ma lo sguardo è quello malinconico dell'adolescente, che guarda ma non vede, verso un altrove, altro dalla madre. Assomigliano un po' ad Helena Bonham Carter (ai tempi d'oro) e alla giovane Brook Shields, no?

 

Lo sguardo verde, allucinato, di una neomamma, che regge in mano la corda per cullare la sua bambina. Mi si parla di sguardo dolce, io ci vedo una madre alienata. Giustamente.
Il particolare che mi colpisce è la carta da parati, decorata da grosse Dalie.

Ho visto cose belle, come ci si aspetta da una mostra con nomi come Caravaggio, Lotto, Monet, Gauguin, Raffaello, Botticelli, Mantegna, Bellini, Rembrandt, Velázquez, El Greco, Goya, Manet, Van Gogh, Munch, Picasso, Giacometti, Bacon, Freud, tra gli altri.
Ma mi hanno colpito in particolare due artisti che non conoscevo.



Unico artista ancora in vita, si chiama Antonio Garcia Lopez. A prima vista i suoi quadri sembrano realisti, questo sopra sembra un'istantanea in un normale interno. Poi però si notano le figure evanescenti. Lo specchio non riflette la donna, che compare peraltro solo a mezzo busto. Atmosfera fra Hitchcok e il Sesto Senso. I critici non sono concordi nell'iscriverlo all'interno del realismo magico, ma io riscontro in questi quadri le stesse atmosfere di tanta letteratura sudamericana (Lopez è spagnolo).


Questa bambina non sembra dire "Io vedo la gente morta" (cit.)?

Ma quello che mi sono fermata a vedere per un quarto d'ora abbondante è l'ultimo quadro della mostra. Il più amato anche dal narcisissimo curatore della mostra, che gli ha dedicato una piccola sala, solo per lui, o meglio, per lei.

 

La storia di questa signora è così interessante che merita un post a parte.

La mostra è visitabile ancora per pochi giorni, fino al 1 aprile. Qui, almeno per il momento, un virtual tour.

Le opere:
Sandro Botticelli, Cristo risorto, 1480 circa, Detroit Institute of Arts
Claude Monet, Camille con il suo cane, 1866, Collezione privata (sticazzi)
Pierre-Auguste Renoir, Danza a Bougival, 1883, Boston, Museum of Fine Arts
Amedeo Modigliani, Giovane con berretto, 1919, Detroit Institute of Arts
John Singer Sargent, Mrs. Fiske Warren (Gretchen Osgood) con la figlia Rachel, 1903, Boston, Museum of Fine Arts
Vincent Van Gogh, Madame Roulin (La Berceuse), 1889, Boston, Museum of Fine Arts
Antonio Garcia Lopez, Figure in una casa, 1967, Palma, Museu Fundacion Juan March
Antonio Garcia Lopez, La cena, 1971-1980, Collezione privata 
Andrew Wyeth, Christina Olson, 1947, Minneapolis, MN Curtis Galleries

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