Tre anni (in odorama).


Stasera, come le altre sere, dormi accanto a me.
Il tuo respiro sincronizzato al ticchettio della mia tastiera.
Come ogni sera leggo e scrivo. Ma stasera leggo e scrivo di te, e di me.

Sono passati tre anni da quando ho scoperto per la prima volta qual è l'odore dell'amore. Mi rileggo e mi faccio tenerezza. Mi commuovo e rido.
Ora posso aggiungere altre sfumature, ora so che l'amore non sa solo di "focaccia dolce, appena sfornata. Con un accento di vaniglia e di frutti di bosco" (autocit.). 

Ora so che può avere anche l'accento salato delle lacrime, le tue, che asciugo coi baci, o quello amaro delle mie, che inghiotto cercando di  non farmi vedere. Oppure la nota ferrosa - con un retrogusto di Pringles alla cipolla - del sangue del tuo dito rimasto schiacciato nella porta, che cerca un porto di consolazione nella mia bocca. 
Sa di capelli ribelli, asciugati al vento d'estate e impregnati di nebbia che li increspa d'inverno. Sa di sabbia, di terra, di cielo. Sa di sonno, quell'odorino buono dietro la nuca quando ti svegli, e io ti riassaporo ogni mattina, inebriata e incredula che il miracolo della maternità mi conceda un altro giorno.

Sa di caramelle mou e gelato alla fragola, ma soprattutto sa di Pringles alla cipolla.

Se sto fuori tutto il giorno, la sera ti annuso, in cerca di indizi sulla tua giornata, che tu non vuoi raccontarmi mai: sento l'erba del parco, i sassolini bianchi, sento la mensa della scuola, sento il dopobarba del nonno. Cerco tracce della tua allegria, della tua tristezza, della frustrazione e della contentezza.

L'amore a volte sa anche un po' di cacca. Soprattutto se ti ostini a mangiare quelle dannate Pringles alla cipolla.

Buon compleanno Puccia.

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