Il "DuemilaCredici" sul bilancino - parte I.

Eccola la board dell'anno scorso.
2013.
#duemilaCredici ci stava proprio bene. In fondo, al di là dei propositi e degli obiettivi, il mio mantra è stato quello. Lavorare su autostima e coraggio. Che autostima e coraggio sono legati a doppio filo. Tiri uno e c'è meno bisogno dell'altro. Tiri l'altro e il primo gli va per forza dietro.
Un circolo virtuoso. Ho cercato di avere più coraggio, di buttarmi nelle cose anche se non mi sento pronta, anche se penso che "vuoi che proprio io", anche se penso di non essere all'altezza. Fare le cose, invece di sempre pensarle e limarle e prepararle e correggerle e rivederle e ripensarle e cancellarle e rifarle e. Il modo migliore di fare le cose è farle.



Una volta superato il gradino, cominciando a fare le cose, le cose han cominciato a farsi un po' da sè. Ora mi sento più sicura, in fondo non sono così incapace, in fondo io non ho meno degli altri, in qualche caso sì, ma compenso con altro, in qualche caso ho persino qualcosa in più.
Io sono io, se sono diversa dagli altri non sono necessariamente sbagliata. Non devo essere amata ad ogni costo, posso anche non piacere a qualcuno. E se qualcuno mi risponde male o mi deride, la notte mi sforzo di dormire lo stesso. Se non ti piaccio è un problema tuo, non mio. Evitami. Non sono io a dover venirti incontro per forza. Banalità? Sarà, ma io ci ho dovuto lavorare molto, su queste banalità, perché siano realtà e non concetti astratti. Il mio piccolo successo personale l'ho provato quando ho parlato con uno dei miei datori di lavoro, pochi giorni fa. Lui come sempre cercava di sminuire il mio lavoro, non la qualità, la portata. Io ho riso, gli ho spiegato con calma cosa non vedeva. Lui ha continuato per la sua strada. Io ho sorriso e continuato per la mia. Non mi sono sentita svilita e umiliata, per la prima volta. Forse incompresa. Ma consapevole del mio valore.
[A questo punto ci stava una bella uscita dalla porta, con svolazzamento di chioma a schiaffo - swosh - perché io valgo.]

Perché amore è posare uno sguardo indulgente sui difetti. E amare anche quelli. La poesia in una ruga. Grazie Cesare Pavese. La poesia è un grande strumento d'amore.

E ancora ucciso dalla vostra cortesia | nell'ora in cui un mio sogno |ballerina di seconda fila | agitava per chissà quale avvenire | il suo presente di seni enormi | e il suo cesareo fresco









Non fatevi tirare giù da chi ha bassi orizzonti. Continuate a volare, vedete come sono piccole le cose, viste di lassù?

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