Questi non sono biglietti da visita.


Arriva la primavera, speriamo porti un po' di energia fisica supplementare, che faccio fatica a starmi dietro.
Questa settimana ho scritto poco. Qui, perché in realtà io scrivo da mane a sera. E quando non scrivo su una tastiera mi scrivo nella testa, che vedeste che archivio di post ho nella testa!
Approfitto di un interstizio spazio temporale: sono fuori città, ho incontrato un cliente insieme ad un account dell'agenzia, ora lei ha un altro appuntamento nello stesso stabile e io la aspetto nel bar.
Volevo approfittare per lavorare, ma c'è il sole e ora non mi va. Sto qui, nei tavolini all'aperto e vi propino un post che non so dove andrà a parare.
La novità più bella è quella che vedete in apertura, nella foto. Ieri sono arrivati i miei nuovi biglietti da visita. Belli vero?
No, non è vero, sono bellissimi. E sono MIEI. Mi rappresentano, li ho progettati io.
Colleziono da anni frasi e aforismi che parlano di scrittura. Ne ho scelti 40 e ho lavorato con la mia metà creativa (in pubblicità si lavora in coppia, un copy e un art) per tradurre le parole. Ogni biglietto è stato scelto e pensato con cura: nei colori, nei font, nella grandezza delle parole.
Li amo talmente che quasi mi dispiace privarmene.

Ma è bellissimo anche darli via.
Apro la scatola, un brivido di soddisfazione mi pervade nel vederli, nel riscoprire ogni volta quanto sono belli.
Un altro brivido mi percorre mentre li tiro fuori dalla scatolina e li apro a ventaglio davanti al mio interlocutore. Lui si accorge che sono tutti diversi, nei colori, nella composizione, nelle frasi.
Mi si drizzano i capelli lanuginosi della nuca quando vedo il suo sguardo, la luce del gioco che si accende nei suoi occhi.
Li scorre tutti, cerca quello che parla a lui. E sceglie. Quella scelta parla di lui, e parla di me.
Questi non sono biglietti da visita.
Sono dialoghi, relazioni.

A volte basta così poco.
Ma forse poco non è.
Da ieri, quando è arrivato questo pacco io sento un friccicore, un frizzantino.
Sento il vento delle possibilità, spero che finalmente cominci a girare dalla mia parte.
Spero che finalmente potrò cominciare a raccogliere un po' di quello che ho onestamente seminato in questi anni, innaffiato dal sudore mentale e illuminato dalle notti di lavoro.
Questi non sono biglietti da visita.
Sono milestone. 

Segnano un punto. O forse una rotonda. Sono un tassello della mia identità.
Ieri sono persino riuscita a dire due no, a due lavori che mi portavano tanta fatica e poco guadagno.
Ecco, adesso ho il titolo del post.

Questi non sono biglietti da visita. 
Sono piccoli mondi che porto in borsa.

P.s. Sabato sarò a Cesena al Web Economy Festival.
Domenica invece sarò a Bologna, alla settimana del libro e della cultura per ragazzi, insieme a Precariamamma e Caia. Ma, shhh, #nonditeloaigrandi. Poi vi racconto, eh, promesso. Ma se siete nei dintorni fate il famigerato fischio.

Etichette: , ,