Papà e pannolini ma anche babbo e blob, coniuge e cacca, marito e m...



Alice è venuta al mondo in mezzo alle risate (come saprete se avete letto della sua nascita).
Io sono sempre stata una dalla battuta pronta, diciamo così. Ma in sala parto credo di aver dato il meglio di me. Ricordo le risate in coro di infermiera, puericultrice, ginecologo e della mia ostetrica. La sua risata sopra tutte, di quelle belle risate grasse, di pancia, sincere, che ti trascinano e ti accompagnano. Diciamo però che forse ho riso troppo, diciamo che mi sono proprio spanciata dalle risate.
Che ho riso talmente tanto che avevo la bocca secca e mi hanno dato una bella flebo (poi 2, poi 3) per reidratarmi.
Oppure mettiamola così: sono arrivata alla veneranda età di 35 anni senza aver mai tenuto in braccio un bambino. Senza aver mai cambiato un pannolino. Quando tutte facevano le babysitter per guadagnare due soldini, io lavoravo in discoteca. A 35 anni sapevo shakerare ma non cullare un neonato. Contavo tanto che l’istinto materno mi uscisse insieme alla figlia: prima la bambina, poi il secondamento con la placenta e… il terzamento con l’istinto materno?
[Non metto quasi mai il lancio dei miei post su altri blog qui, sul lupo, ma questo è molto "mio". Poteva essere tranquillamente un post di questo blog. Adesso che ci penso tutti i post di trashic potrebbero stare tranquillamente anche qui. Comunque si parla di Alice e del suo babbo, quindi mi sembra giusto che abbia un posto anche qui. E basta. Ma perché mi sto giustificando?]
Quindi, il post continua su trashic (mio adorato).
La foto in apertura ritrae il nostro eroe alle prese con le ciccette morbide di Dalia.

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